I TREMERE A NAPOLI LA CAPPELLA ALCHEMICA Una delle più misteriose e controverse figure del clan Tremere a Napoli fu Raimondo di Sangro, altresì noto come il principe di Sansevero. Abbracciato nella seconda metà del XVIII secolo, circa vent'anni prima la data ufficiale della sua morte, Raimondo di Sangro era il più grande alchimista del regno di Napoli. Forte dei propri studi da mortale, una volta divenuto un vampiro, di Sangro dimostrò subito una straordinaria padronanza delle arti taumaturgiche, al punto da conquistare in brevissimo tempo il titolo di reggente della Cappella di Napoli. Tale dimostrazione di potere lo rese quantomai inviso agli anziani del clan, i quali iniziarono a guardarlo con diffidenza e sospetto. Nonostante Vienna lo disapprovasse in maniera palese, nessuno ebbe però l'ardire di destituirlo, e questo perché egli godeva della protezione del clan Malkavian, che proprio in quegli anni imperava su tutto il Regno delle due Sicilie. Con l'ascesa al potere del Consiglio, di Sangro, svanì senza lasciare traccia. Voci mai confermate lo volevano divorato da non ben noti anziani Malkavian, i quali lo avevano lasciato pasteggiare con le loro progenie durante tutti quegli anni. L'ARRIVO DI SPINA E DE BERNARDO Verso la metà del XIX secolo, la misteriosa scomparsa di Raimondo di Sangro, VII principe di Sansevero, lascia un vuoto lì dove prima sedeva il reggente dell'antica Cappella Tremere di Napoli. In quegli anni, due ambiziose e potenti famiglie vampiriche si danno battaglia sotto l'occhio vigile di Vienna; il premio della contesa, altro non è che il titolo di reggente di Cappella. A confrontarsi ci sono gli Spina da una parte, e i de Bernardo dall'altra. Entrambi sono casati antichi, che allevano i propri discepoli direttamente in seno alle famiglie mortali di cui condividono il nome, indirizzandoli verso gli studi taumaturgici che li contraddistinguono. Lo scontro dura per quasi un decennio, al suo termine, Sebastiano Spina diviene il nuovo reggente della Cappella di Napoli. L'EREDITÀ APOCRIFA: L'UOVO DI VIRGILIO Sin dal principio, Sebastiano Spina, nei panni di reggente, si trovò a doversi confrontare con l'oscuro lascito del suo predecessore. Nell'antica biblioteca, i testi redatti dal pugno del di Sangro erano numerosi, ma non sempre di facile lettura. Diversi codici di sua ideazione erano stati usati per celare le proprie scoperte alchemiche e taumaturgiche, tanto agli occhi di sconosciuti, quanto a quelli dei suoi stessi fratelli di clan. In alcuni di questi libri, dopo averli lungamente studiati, Sebastiano Spina trovò vaghi accenni ad una scoperta che avrebbe cambiato completamente l'ordine politico a Napoli, ponendo saldamente i Tremere alla guida della città. Il principe di Sansevero, infatti, indicava nel mito dell'uovo di Virgilio, la chiave per controllare o distruggere la città. IL REGNO DEL CONSIGLIO All'ombra del Consiglio, le famiglie del clan Tremere vivono un momento di tregua. Gli anziani Brujah sono sempre attenti ai loro consigli, e in più di un'occasione danno prova di apprezzare la fedeltà che il clan degli stregoni dimostra, lasciandoli liberi di gestire senza intromissioni gli ospedali e la neonata Università di Napoli. Forti di questo potere, gli Spina rafforzano il proprio controllo nelle elite culturali umane, alimentando la nascita di logge massoniche e culti, i quali fanno un passo indietro rispetto alle idee illuministe, per riappropriarsi con avidità di quelle branche di studio da esso ridicolizzate, come l'esoterismo, l'occultismo e l'alchimia. Nel mentre, i de Bernardo iniziano a stringere nuovi contatti con il clan Malkavian, scambiandosi informazioni e segreti. NELL’OMBRA DELLE DUE GUERRE MONDIALI Allo scatenarsi delle prima guerra mondiale, per volontà del Consiglio, il regno di Napoli si richiuse su se stesso. Escluse rare eccezioni, i rapporti tra i clan si fecero discontinui, lasciando spesso intercorrere lunghi silenzi tra una comunicazione e l'altra. Per gli immortali fratelli del clan Tremere, questo fu un periodo grigio. Indifferenti allo scontro, la loro attenzione era concentrata sulle missive provenienti dal profondo del sud Italia, le quali volevano branchi sabbatici intenti a seminare caos e distruzione lì dove la Camarilla non era presente. Tra questi, alcune voci mai confermate volevano anche la presenza di Tremere antitribù. Ovviamente, il Sabbat non giunse mai alle porte della città, fu quindi solo con lo scatenarsi del secondo conflitto mondiale che gli interrogativi lasciati in sospeso oltre vent'anni prima ebbero una risposta. Al seguito delle truppe naziste, più feroce che mai, il Sabbat giunse entro i confini del regno di Napoli. Gli scontri che seguirono quest'invasione furono molti, e non pochi furono i fratelli portati alla morte ultima dalla furia del nemico. Eppure, mentre il grosso delle forze della Spada di Caino seminava distruzione entro e fuori i confini della città, sfidando per lo più i vampiri napoletani in scontri diretti; Giulio Spina individuò piccoli pack organizzati, i quali, mescolati alle truppe tedesche, si muovevano in maniera mirata, stanando le proprie prede ed occupandone i rifugi secondo uno schema preciso e accuratamente pianificato. Nessuno seppe mai chi vi fosse al loro comando, né se costui o costoro siano periti negli scontri tra le strade di Napoli. La sola cosa certa è che il Sabbat diede dimostrazione di avere dalla sua anche taumaturghi, i quali riuscirono in diverse occasioni a ribaltare le sorti degli scontri. Nonostante tutto, però, le forze di Napoli riuscirono a frenare l'avanzata del nemico, ricacciandolo indietro e riconquistando i territori perduti. Alla fine, una volta che la minaccia fu dispersa, Giulio trascrisse una sola parola nei suoi diari: Goratrix. I CACCIATORI Mentre a Roma Papa Giovanni XXIII incontra l’Arcivescovo di Canterbury, un imponente distaccamento di cacciatori di vampiri fa rotta su Napoli. È il dicembre del 1960 e il sangue degli immortali inizia a scorrere copioso per le vie della città. Trasformatisi in prede, i cainiti napoletani vengono lentamente e metodicamente stanati e portati alla morte ultima. Toreador e Malkavian, tra tutti, pagano il prezzo più alto di questo massacro, mentre in silenzio, il Consiglio attende paziente che la sete di sangue dei cacciatori si estingua. Impassibili sullo sfondo di questa tragedia, il clan Tremere si barrica dietro le porte della Cappella, la quale rimane misteriosamente fuori dal raggio d’azione dei meticolosi cacciatori. L’AMBIZIONE E LA CADUTA DEI PATRIARCHI Usciti indenni dal massacro perpetrato dai cacciatori, gli stregoni si riaffacciano sulla scena politica della città più forti che mai. Mietendo consensi, Giulio Spina inizia lentamente ad alimentare lo scontento verso la politica assenteista adottata dai regnanti Brujah. Le sue parole, però, non vanno mai oltre la critica e ciò impedisce al Consiglio di formulare una vera e propria accusa di tradimento. Molti fratelli, in questo periodo, vedono nella figura del patriarca degli Spina il futuro della città. Nel mentre, il capo famiglia de Bernardo, Ciro, si mantiene ai limiti del palcoscenico politico, riversando le proprie energie in una fantomatica ricerca taumaturgica che vede coinvolti quasi tutte le risorse della famiglia. Le strade dei due patriarchi, per quanto diverse, si troveranno a convergere la notte in cui Giulio, all’apice del proprio potere, verrà portato via da Primo Filangieri innanzi ad una platea di fratelli attoniti. Quella fu anche l’ultima notte in cui fu visto Ciro de Bernardo. BIANCA SPINA E LA FINE DEL CONSIGLIO Spezzati per la prima volta dopo secoli, i Tremere rimasti si raccolgono intorno alla cugina di Giulio, Bianca Spina. Costei, più anziana tra tutti i fratelli di clan rimasti, assurge al ruolo di Reggente di Cappella nell’ora più buia. La sua politica, apparentemente chiara e trasparente, è di abbandonare il tumultuoso e infausto palcoscenico politico napoletano, per ricomporre la compagine degli stregoni in una forza compatta, capace di riappropriarsi del proprio posto nella società cainita. Ciò nonostante, Bianca non abbandona i propri contatti, attendendo con pazienza il giorno in cui potrà rivalersi sull’oltragio perpetrato dai regnanti ai danni del proprio casato. L’occasione arriverà diversi anni dopo, quando un sempre più instabile Consiglio verrà definitivamente abbattuto da Innico D’Avalos del clan Ventrue, il quale salirà al trono di Napoli con l’appoggiò di Bianca, di Fulvio Berrilli del clan Gangrel e d’innumerevoli dissidenti Brujah. NAPOLI NEL SEGNO DELLO SCETTRO I All’alba del 1990, dopo quasi due secoli di dominio assoluto, il Consiglio crolla in favore di Innico D’Avalos. Al suo fianco, nel ruolo di siniscalco del regno di Napoli, c’è Bianca Spina. Ancora una volta, i Tremere sono sui gradini più alti della società cainita partenopea. Come ringraziamento dell’appoggio datogli, il principe D’Avalos ripaga gli stregoni consegnando nuovamente loro ospedali e università. Questi, infatti, erano stati sottratti al controllo e all’influenza del clan ai tempi della scomparsa di Giulio Spina. I primi anni del nuovo regno, però, non sono esenti da tribolazioni. Tra tutte, il sangue nero, la decennale piaga dei Nosferatu, travalica i confini di questo clan, iniziando a spargersi in tutta la città, arrivando a minacciare alle fondamenta la società cainita partenopea. Forti del proprio rinnovato prestigio, gli stregoni si accollano l’onere d’indagare sulle origini di questo male, mettendosi subito alla ricerca di una possibile cura. NAPOLI NEL SEGNO DELLO SCETTRO II Libero da minacce esterne, il regno di Napoli, sotto la reggenza di Innico, sembrava destinato a vivere uno dei suoi momenti di pace più duraturi. Purtroppo però, il cambio di regime lasciò profonde lacerazioni nella società cainita, che si manifestarono alla fine con un attacco diretto al principe da parte di un manipolo di fratelli, i quali asserivano che il Consiglio era il solo governo legittimo. Fu così, dunque, che Nicola de' Capitani, Brujah da sempre fedele ai passati regnanti, e i suoi uomini, caddero sotto gli artigli del flagello, Fulvio Berrilli. Per quanto sventato, il golpe aveva portato un mutamento nel modo di regnare di D'Avalos. La sua presa sulla città si fece più salda e opprimente, al punto che Berrilli stesso, da sempre suo alleato, decise di allontanarsi dalla città, cedendo il proprio ruolo a Dario Corinzio, del clan Brujah. Presagendo una possibile frattura tra il trono e i sudditi, Bianca Spina cerca dall'alto della sua carica di portare consiglio ad Innico, il quale, però, non l'ascolta, prediligendo la sua nuova politica d'intransigenza a qualsiasi dialogo. A quel punto, Bianca si rende conto che il ruolo di siniscalco non è nulla più di uno strumento per attuare il volere del trono. Perennemente soggetta alle pressioni esercitate da Innico e dal suo fedele mastino, Dario, ella si trova costretta con sempre maggior frequenza a difendersi sia da loro che dalla furia degli altri fratelli, tra i quali inizia ben presto a circolare la voce che sia lei la mente dietro la nuova politica di Innico. IL RITORNO DI DIANA Il nuovo millennio ha l'odore del passato a Napoli. Sempre più stanchi del dispotico governo che regna sulla città, tra i fratelli iniziano a nascere nuove sacche di ribelli, i quali complottano nell'ombra per deporre il principe. In silenzioso ascolto, i Tremere attendono di sentire i candidati al trono; nel mentre portano avanti le loro ricerche per debellare il sangue nero, che sempre più si spande come un infezione, contagiando fratelli di tutti i clan. Sarà proprio su questo punto che la sorte spingerà gli stregoni a fare la loro scelta. Da un po' di tempo, infatti, tra gli immortali si fa il nome di Diana, la consigliera Burjah. Riapparsa dopo decenni di silenzio, la vampira sembra essere fermamente intenzionata a riappropriarsi del trono di Napoli, portando dalla sua non solo gli instabili e nervosi ribelli, quanto anche coloro che direttamente o indirettamente stanno subendo le angherie del monarca. Tra questi vi sono i Tremere, ai quali Diana fornirà alcuni elementi fondamentali per debellare la piaga del sangue nero. In seguito a questo dono inaspettato, il clan deciderà di appoggiare la sua causa contro Innico, togliendo così al principe anche l'ultimo baluardo difensivo che fosse rimasto tra lui e il fronte compatto dei ribelli. E così, mentre il regno di Innico D'Avalos capitola, i Tremere mantengono il proprio posto, nei vertici della società degli immortali. PERSONALITA' NOTEVOLI DEL CLAN RAIMONDO DI SANGRO, PRINCIPE DI SANSEVERO Alchimista, taumaturgo, occultista, truffatore e ciarlatano. La verità è che si sa davvero poco o nulla di questo fratello di clan. La sua storia mortale s’intreccia con quella immortale in maniera talmente stretta da risultare intellegibile anche per i suo stessi fratelli. Se si da ascolto alle voci dell’epoca, pare che il di Sangro non fosse propriamente un Tremere, quanto piuttosto un Malkavian che aveva appreso le arti taumaturgiche. Questa è ovviamente una falsità, nata dal misterioso rapporto che intercorreva tra il principe di Sansevero e i potenti anziani del clan Malkavian dell’epoca. GIULIO SPINA
Patriarca della famiglia Spina negli anni del Consiglio, egli fu tra i più potenti Tremere della città di Napoli, nonché il più longevo fratello che abbia ricoperto la carica di Reggente di Cappella entro i confini dei domini partenopei. Purtroppo, la sua ambizione politica, sommata all'incredibile consenso che pareva riscuotere tra le fila dei vampiri napoletani, lo resero una minaccia all'egemonia del Consiglio, che non tardò molto a trovare un modo per sbarazzarsi della sua persona. Una notte di primavera del 1976, egli scomparve e non fu visto mai più. CIRO DE BERNARDO
Notoriamente identificato come la nemesi di Giulio Spina, Ciro de Bernardo è stato uno dei massimi studiosi del clan Tremere. I suoi scritti sul potere e la manipolazione del sangue nell’epoca moderna, vennero seguiti con interesse da numerosi anziani del circolo di Vienna, tanto da rendere il suo nome noto ben oltre i confini del regno di Napoli. Oltre ciò, però, di de Bernardo si sa molto poco, tranne che la sua scomparsa coincise con la sparizione del patriarca della famiglia Spina. BIANCA SPINA
Cugina di sangue di Giulio Spina, Bianca si è mossa a lungo nell'ombra di costui, rafforzando il proprio potere e stringendo quei contatti e quelle alleanze che la portarono, una volta scomparso il cugino, ad ascendere in maniera rapida e vertiginosa la scala del potere napoletano. La propria erudizione e il superbo controllo dei propri poteri, hanno reso Bianca una delle Tremere più potenti del sud Italia, tanto che durante la sua reggenza, Innico D'Avalos non ha mai disdegnato di lasciare a lei l'onere di redarguire i sudditi sulle volontà del trono, o, nel caso, di giudicare in sua vece coloro che si macchiavano di crimini contro la Camarilla o il trono di Napoli. I RITUALI TREMERE Ogni tremere può apprendere un numero di rituali tra quelli riportati di seguito pari al proprio punteggio di Taumaturgia, il cui livello non può superare il proprio livello nella abilità Occulto. Il costo dei rituali è pari a 3px per livello del rituale. Un tremere può anche provare a creare un rituale personalizzato, che dovrà essere sottoposto ai narratori per deciderne la fattibilità ed eventualmente il livello. Poi il tremere dovrà compiere degli studi per completare la codifica del rituale, spendendo in gioco un mese per livello del rituale: in questo lasso di tempo potrà compiere solo azioni elementari (nutrirsi, dare ordini ai suoi ghoul, dormire di giorno...). Al termine di questo periodo di tempo, il tremere può provare per la prima volta il rituale, e non è detto che tutto funzioni come deve... RITUALI DI I° LIVELLO
Difesa
del rifugio consacrato
Comunicazione
con il sire
Tocco
del diavolo
Consacrare
la Cappella
Purificare
il sangue RITUALI DI II° LIVELLO
Protezione
dai ghoul
Punto
focale dell'infusione di vitae RITUALI DI III° LIVELLO
Mano
di Rutor
Transustanzazione RITUALI DI IV° LIVELLO
Osso
della verita'
Anima
dell'homunculus RITUALI DI V°LIVELLO
Contratto
di Sangue SUGGERIMENTI INTERPRETATIVI I tremere mostrano esternamente una struttura molto compatta e rigidamente organizzata, non riconoscono facilmente debolezze e sbagli, ed anche se spesso nutrono per i loro fratelli di clan forti rivalità (e tali rivalità sono quasi coltivate all'interno della Piramide, per spingere gli Stregoni all'eccellenza) non lascerebbero mai che uno di loro rischiasse la vita o la vergogna davanti ad altri cainiti. Le controversie vengono sempre risolte tra le silenziose mura della Cappella. I Tremere sono generalmente misurati nelle loro reazioni, cauti con le parole, cercano di osservare e catturare il maggior numero possibile di utili dettagli. Gli altri cainiti se ne fidano difficilmente, e loro, che ne sono ben consapevoli, cercano raramente di trasportare un rapporto al di la del mero utilitarismo. Sono vampiri freddi e calcolatori, o meglio, sanno seppellire bene le loro emozioni e covare a lungo una vendetta. Alleati potenti e nemici pericolosi, preferiscono agire nell'ombra piuttosto che esporsi direttamente nelle questioni. |